Recensione serie tv: La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton. 

Trama:

Nel prequel di “Bridgerton”, il matrimonio tra la giovane regina Carlotta e re Giorgio d’Inghilterra dà inizio a un’epica storia d’amore, ed è anche in grado di trasformare l’alta società.

Fin dalla prima stagione di Bridgerton, il personaggio della regina Carlotta mi ha incuriosita e mi ha fatto sognare riguardo ad un ipotetico prequel a lei dedicato. Ovviamente quando uscì la notizia ufficiale, nessuna era più felice di me 🤣

Quelli di La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton, sono stati in assoluto i sei episodi più belli della saga Bridgerton. La storia è piena di emozioni, ricca di avvenimenti che ti lasciano col fiato sospeso. Ho visto, in questi episodi, quel qualcosa in più che nelle storie di Daphen e Simon, Kate e Anthony non ho visto; spero sempre in un miglioramento nella terza stagione, e direi che potrebbe succedere visto che già nella seconda stagione di Bridgerton c’è stato…a piccole dosi. In La regina Carlotta: una storia Bridgerton si parla di empowerment femminile, di salute mentale…tematiche forti, ben trattate e che proprio per questo mi hanno tenuta incollata allo schermo tanto da finire questa miniserie in pochi giorni.

Ciò che mi è piaciuto di più di questa storia è stato il modo in cui viene presentata al pubblico. Essa si sviluppa su due piani temporali in modo tale da far capire allo spettatore l’importanza dell’ascesa al trono di Carlotta e la rilevanza che il matrimonio, ovviamente politico in quanto usato come esperimento per la prima unione interraziale della storia e la conseguente ascesa al potere della nobiltà afrodiscendente nella società inglese; questo avviene nel passato. E nel presente? Vediamo una Carlotta adulta, una regina alle prese con un grosso problema: la mancanza di un legittimo erede. 

Molto interessante è il modo in cui le figure femminili vengono messe più in luce, in una società e un ambiente che non le considerava neanche se non per il fattore “legittimo erede al trono”; in questo prequel le donne sono pronte a trionfare e Shonda Rhimes è stata molto brava a trattare questo aspetto.

Le tematiche più forti presenti in La regina Carlotta sono: empowerment delle giovani donne, come già accennato nel paragrafo precedente, e la salute mentale. Anche in questo caso, Shonda è riuscita a trattare la tematica della salute mentale in maniera diversa rispetto alle altre serie tv viste. Trattata sempre con estrema delicatezza, ma guardando le puntate dedicate a questa tematica si ha la percezione di verità, realtà. Fondamentale per Giorgio, durante tutto il suo percorso di salute mentale, è Carlotta; in questa circostanza ho particolarmente apprezzato il fatto che l’amore non è stato trattato come quel sentimento che ti salva da ogni male, sempre e comunque; Carlotta e Giorgio si amano sì, ma il loro amore non è il classico amore delle favole, è più un sentimento reale, vero, sincero. Il loro amore è fatto di alti e bassi, di quotidianità e vita vissuta insieme senza mai allontanarsi l’uno dall’altra. Carlotta e Giorgio non sono solo il re e la regina, sono persone con le quali riesci a relazionarti subito, per il loro modo di fare, di vivere e di approcciarsi.

Il personaggio che ha catturato di più la mia attenzione è stato re Giorgio; mi è piaciuto molto il modo in cui questo personaggio si è evoluto nel corso degli episodi, così come si è evoluto il personaggio di Carlotta. Gli interpreti di questi due personaggi, secondo me, sono riusciti ad entrare al 100% nel loro personaggio. Non avevo avuto ancora modo di vedere India Amarteifio e Corey Mylchreest in altri ruoli ma sono molto curiosa di poterlo fare e sono sicura che non mancherà occasione. 

Ambientazione, abiti e tutto ciò che ruota attorno alla storia del re Giorgio e della regina Carlotta sono, a mio modesto parere, perfetti.

Se non avete ancora visto La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, consiglio di farlo. Vi innamorerete di questi due personaggi; vivrete insieme a loro gli alti e bassi non solo dell’ambiente regale ma soprattutto dell’essere umano. Una miniserie che lascia il segno e che, soprattutto, fa riflettere sull’amore e sul vero significato di questa parola. 

VOTO: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

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