RECENSIONE NOVELLA NATALIZIA: A NATALE NON PUOI di MICOL AGIO

Trama:

Ti puoi innamorare durante una pandemia?

La famiglia Vinci si sta preparando alle feste, ignara che dovrà passarle di nuovo in zona rossa. Per Sara, la figlia maggiore, diventa un problema quando sarà costretta ad affrontare Ettore, il suo temibile e intransigente amministratore di condominio. Sarà disposto a chiudere un occhio e far entrare Babbo Natale anche dopo il coprifuoco? Per quanto la richiesta sia strana, la piccola Celeste ha bisogno di conferme e l’unico in grado di fornirle, purtroppo per mamma Sara, è l’uomo più insopportabile che abbia mai conosciuto.

Ma se per Sara Ettore è il nemico, per Matteo, invece, è da sempre un alleato. Il fratello minore della famiglia Vinci è rimasto vittima della pandemia, dovendo mettere in pausa la sua relazione e trovandosi ad accudire una madre malata. L’unica persona in grado di dargli una boccata d’aria fresca, oltre al suo migliore amico, è la nuova infermiera del reparto oncologia, una certa Denise, la quale sembra leggergli nell’anima. Il tempismo, però, non è dei migliori: ogni volta che i due si avvicinano, il mondo si mette subito d’impegno per allontanarli.

E così, tra mascherine, tamponi e ritorni di ex, la famiglia Vinci si troverà a rispondere alla fatidica domanda: ti puoi innamorare durante una pandemia? Forse no, ma è Natale, e, d’altra parte, si sa: a Natale puoi.

Più volte ho detto di non essere del tutto propensa a leggere novelle, sia natalizie che non, ma devo dire che la novella A Natale non puoi di Micol Agio mi è piaciuta.

Sì, potrebbe sembrare una novella difficile da leggere, di un certo spessore emotivo, visto il periodo storico in cui stiamo vivendo che viene trattato dall’autrice stessa e vi confesso che questo era uno dei motivi che inizialmente mi ha frenata nel voler richiederne una copia e-book a Micol. Riflettendoci, mi sono detta che molto probabilmente leggere un libro che trattasse della pandemia proprio nel periodo in cui questa ha sconvolto del tutto le nostre vite, poteva essere un modo per empatizzare meglio con tutta la vicenda narrata e conoscere, in una maniera del tutto diversa, anche il dolore e le difficoltà altrui di questo periodo. Quindi se vi sentite bloccati anche voi, se avete paura di intraprendere questa piccolo viaggio attraverso le pagine di Micol, continuate la lettura di questa mia recensione, magari saprò togliervi ogni dubbio e convincervi a leggere questa novella.

In A Natale non puoi, non ho sentito la necessità di affezionarmi ad un solo personaggio perché Micol è riuscita a mettere sullo stesso piano tutti loro. Ogni personaggio presente in questa novella può benissimo essere identificato con la vita di ognuno di noi e con tutti i nostri sentimenti a volte contrastanti, soprattutto negli ultimi due anni. Vanna è il coraggio e la saggezza, Sara è il timore di deludere la persona che ama di più al mondo ma è anche la determinazione nel portare a termine ogni desiderio espresso dalla figlia. E poi ci sono loro, Matteo ed Ettore, due amici di una vita che spesso mi sono sembrati quasi la stessa persona. Entrambi spaventati e raffreddati dall’amore, con un’unica e forse fondamentale differenza: Matteo conosce un tipo di amore che è destinato a durare una vita intera, Ettore no e molto spesso questa sua mancanza si trasforma in invidia nei confronti di una famiglia apparentemente perfetta e soprattutto unita. Fin qui la presenza del Covid non è ingombrante. Si parla di una semplice famiglia che, come tutte, affronta problemi quotidiani più o meno gravi e cerca, in un modo o nell’altro, di superarli restando uniti. Quando e come appare la tematica del Covid in A Natale non puoi? In ogni pagina, con una vena di leggerezza e a volte ironia che rende il romanzo di Micol scorrevole e allo stesso tempo molto riflessivo. Ma appare soprattutto nelle vesti di Denise Ortega, una dottoressa che, tramite le sue parole, riesce a farci entrare meglio nel suo mondo e in ogni sua paura che, alla fine, è stata ed è tutt’ora ancora nostra.

Oltre alla tematica del Covid, nella novella mi ha colpito anche come Micol sia riuscita a rappresentare Babbo Natale e ciò che rappresenta per i più piccoli. La scoperta della verità è sovrapposta alla consapevolezza che, nonostante la conoscenza, nessuno può impedire ad un bambino o adulto che sia, di credere alla magia del Natale. Micol, attraverso i dialoghi dei suoi personaggi, non ha bisogno di spiegare al lettore se esiste o meno Babbo Natale, se e come la pandemia avrà fine, se l’amore vero esiste ed è destinato a durare. Il sentimento che prevale in ogni pagina di questa novella è la speranza. Speranza di avere una famiglia nella quale regna l’amore, speranza in un futuro migliore, speranza nella volontà di credere sempre nei propri sogni e in ciò che ci rende felici. Sicuramente sono stati tutti questi elementi che mi hanno fatto apprezzare maggiormente A Natale non puoi; ecco, se dovessi dargli un titolo diverso o aggiungere qualche parola al titolo direi: A NATALE NON PUOI NON CREDERE. Perché? Beh, perché la magia del Natale è racchiusa proprio qui.

Come già detto sopra, la scrittura di Micol è molto scorrevole e mi ha colpita in particolar modo la padronanza del lessico e la cura con la quale ha scelto di usare determinati vocaboli piuttosto che altri. Ogni capitolo ha una sua linearità che, badate bene, si conclude col capitolo stesso questo aiuta sicuramente il lettore ad orientarsi nella lettura. Credo che sarebbe stato del tutto superfluo, per non dire anche inutile, portare un discorso avanti per più e più capitoli col rischio di appesantire una storia che ha già di per sé una tematica impegnativa e, ahimè, ancora troppo attuale.

Tra zone rosse, divieti, paure, rinunce e ansie, questa famiglia riesce a ritagliarsi un piccolo mondo fatto di speranza, sogni e soprattutto amore familiare e vicinanza nonostante la temuta e sgradevole lontananza. Sicuramente una novella che vi consiglio di leggere e che potrà portare un po’ di spensieratezza nel vostro animo. 🖤

VOTO: ⭐⭐⭐⭐½

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