[#reviewparty] RECENSIONE DEL LIBRO: Ricorda quei giorni d’estate di MK Schiller

Dopo aver letto il terzo volume di Kiss Me Like You Love me di Kira Shell, una lettura meno impegnativa era quello che mi serviva. L’occasione è arrivata grazie a Believe Edizioni che, in anteprima, mi ha inviato il romanzo di cui vi parlerò qui di seguito. Come di consuetudine, partiamo con la trama:

Ha seguito le orme della sua famiglia e si è appena laureato al Boot Camp della Marina Militare. Ora la missione personale di Mason Cutler è quella di prendere un sacco di sole, surfare sulle onde e puntare al romanticismo senza legami fissi nella sua città preferita della Florida, dove vuole solo rilassarsi prima di partire in missione. Ma un incontro casuale con la riservatissima Kiran Shenoy trasforma un giorno qualunque in un giorno intriso di conversazioni, connessioni e un’intensa attrazione da cui Mason non può e non vuole allontanarsi.

Fanno un accordo – otto intensi giorni insieme senza rimpianti o promesse. Ma presto Mason desidera ardentemente convincere la donna spensierata e felice, che si cela dietro gli occhi tristi di Kiran, a cogliere l’occasione per sperare in qualcosa di più. . .

Tutto quello che Kiran sogna è un’opportunità per guarire dopo un tragico incidente e una perdita devastante. L’energia di Mason e il suo coraggio scaldano il suo corpo e la sua anima sfregiata – e accendono il suo cuore. Ma con le loro vite che vanno in direzioni opposte, l’unica cosa che possono fare è un patto per incontrarsi di nuovo.

Ciò che provano può sopravvivere al dovere militare di Mason e alla seconda possibilità di Kiran di ricominciare la sua vita? Un desiderio suscitato durante una notte d’estate può bastare per sempre?

Ricorda quei giorni d’estate è uno di quei romanzi che inizia a colpirti quando ormai non te l’aspetti e, proprio come succede tra le sue pagine, anche dentro di me si è formata una linea immaginaria di alti e bassi emotivi. Alcuni elementi presenti nel libro mi hanno ricordato dei libri letti di Nicholas Sparks [soprattutto nella parte iniziale] e, nella seconda parte del romanzo, la mia mente è volata verso un altro libro e film che ho amato tanto: Io prima di te di Jojo Moyes.

L’inizio del libro è semplice; l’ho trovato a tratti anche frettoloso in alcuni momenti, secondo me, importanti della narrazione ma questo credo sia dovuto al fatto che è un autoconclusivo e gli eventi del passato vissuti da Mason e Kiran sono veramente tanti, troppi, da poterli descrivere in un unico volume. Certo è che, per un mio gusto personale, avrei voluto leggere nei loro dialoghi un trasporto maggiore; mi sarebbe piaciuto immedesimarmi meglio nei racconti di dolore di Kiran e Mason, entrambi segnati da un passato sofferente ed entrambi frenati da paure e ricordi che, molto probabilmente, li tormenteranno per sempre. Due colpi di scena avvenuti a circa metà della storia e poi il fatidico addio tra Kiran e Mason, un addio che, pur essendo evidente nel corso della lettura, lascia sempre l’amaro in bocca. Ma la bellezza degli autoconclusivi risiede proprio in questo: non dover aspettare il secondo volume per sapere come va a finire una vicenda! 😂

Nella seconda parte di Ricorda quei giorni d’estate di MK. Schiller, ci troviamo di fronte ad un uomo e una donna cresciuti. Kiran, come promesso, è andata avanti con la sua vita; Mason, tornato dalla guerra in Medio Oriente, si trova a dover fare i conti con una dura realtà. E’ qui che, secondo me, inizia a prendere veramente corpo questo romanzo mostrandone tutta la sua bellezza nonostante i tanti rospi da ingoiare. Il primo rospo da ingoiare è la lettera di Mason per Kiran, lasciata nell’hotel in cui avevano alloggiato esattamente cinque anni prima e dove avevano sancito il loro patto d’amore; quella di Mason è stata una lettera che mi ha tolto di bocca tante di quelle imprecazioni che non sto qui a scrivere perché diventerebbe la rubrica “Iris VS Mason” e non più una recensione sul romanzo! 😡 Ma, scorrendo la lettura, la rabbia passa e lascia spazio ad un dolore intenso, reale; un dolore che, secondo me, la scrittrice è riuscita a descrivere con delicatezza e semplicità. Si sa, la vita in guerra è molto dura. Chi di noi non ha mai visto un film, un documentario o letto nei libri di storia un episodio particolarmente drammatico e doloroso riguardante gli uomini in guerra? Si, in Ricorda quei giorni d’estate abbiamo questo tema che viene trattato come si dovrebbe in un romance, secondo me; sarebbe stato troppo brusco, a mio parere, inserire ogni minimo dettaglio di questa atrocità. MK. Schiller, invece, decide di lasciare quasi andare le parole superflue; a parlare sono gli stati d’animo di Mason, i suoi occhi spenti, i suoi tormenti e, soprattutto, la sua paura. Lo dico sempre, la bellezza di un libro risiede in ciò che uno scrittore/una scrittrice decide d’inserire del nostro pezzo di realtà e di come, questo pezzo di realtà, viene descritto. Mason è un sopravvissuto. Kiran, da bambina, è stata una sopravvissuta. Sono entrambi sopravvissuti al dolore che la vita, quando meno te lo aspetti, ti sbatte in faccia. Sono sopravvissuti a quei giorni spensierati e felici d’estate trascorsi insieme. Sono sopravvissuti tenendosi per mano e nel cuore, sempre e comunque. E credo che sia questo il messaggio che la Schiller ha voluto lasciare nel cuore di ogni lettore: anche nei momenti di paure, nei momenti in cui sopravvivere diventa difficile, ricorda che ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarti; qualcuno pronto a farti sentire vivo.

Voto: ⭐⭐⭐⭐

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